Perso nel tempo

(appunti di viaggio di un angelo in confusione)

 

Distratto,

scese dal nulla

e senza saperlo accese il rogo della sorte.

 

Con la cenere nel vento

Pianti di ippogrifi sussurrarono al Cuore

cuoriandoli d'inchiostro.

 

Faticò il giorno,

nello scabro pendio dell’assoluto,

a stare al di là del muro.

 

Nacque un filo d'erba,

e mosso dal vento, carezza di vita,

seminò silenzi su lande sperdute.

 

Canto, nota di rosa

A volte crine di scoglio

e mentre si strugge e si arrovella, è già notte.

 

Rinascerà oltre sé stesso

Nei sogni di neve e freddo: di sole e di vita.

E’ la terra.

 

Una terra che non sarà solo terra,

se da sola giocherà con l’universo

E l’universo,

 

questo stato mentale astrale in sentore d'autunno,

gioirà ancora

della triste luce del suo cuore mendìco.

 

L’angelo vorrebbe piangere,

mentre l'orca selvaggia

ride nel viottolo…

 

...Ma è solo un momento.

 

"Quando il mio tempo sarà finito,

il supremo giudizio mi attenderà

e mentre diventerà sera

e il caldo vincerà sull'improvviso

sarò sempre nella regione della luce.

Una dimensione dove non ci sarà mai un sole stanco."

 

Stupito l’angelo si chiese

perché il rogo bruciasse così bene

 

Si accorse che era alimentato

da tutti i sentimenti,

tutte le emozioni,

tutti i dolori del Creato.

 

Provò a spegnerlo,

ma ormai era troppo tardi,

cercò con l’acqua di coprirne le tracce.

Ci riuscì solo per due terzi.

 

Perso nel tempo

l’angelo si ritirò sconfitto

dimenticando una scintilla

 

Fu così che l’uomo trovò il suo lumicino.

 

Ary